Professionisti, quando la cassa fa gli sconti

C’è la ‘riscossione gentile’ e la contribuzione volontaria, la rateizzazione lunga e la riduzione dei versamenti in casi di particolare gravità, c’è pure chi studia rimedi in base alla psicologia comportamentale applicata alla previdenza. Tutte le Casse professionali, ciascuna a modo proprio, dagli avvocati ai medici, psicologi, notai e commercialisti, ingegneri e rappresentanti di commercio, biologi, geometri e veterinari, stanno cercando di andare incontro alle esigenze di chi tra i loro iscritti guadagna poco o ha problemi a pagare i contributi minimi.

Versare meno o non versare affatto, il dilemma, specie per le categorie più colpite dalla crisi, è una dura realtà: in gioco ci sono le pensioni future. Le correzioni si sono rese indispensabili per gli iscritti alla Cassa Forense, affollata da 240mila iscritti con un reddito medio di 38 mila euro. Con quella definita una ‘decontribuzione intelligente’, la Cassa ha deliberato la temporanea abrogazione per gli anni dal 2018 al 2022 del contributo integrativo minimo del 14,5 per cento.

Il provvedimento è all’esame dei ministeri vigilanti, Economia e Giustizia, e entrerà in vigore soltanto dopo l’approvazione. “C’erano 40 mila avvocati – chiarisce il presidente della Cassa, Nunzio Luciano – che pagavano il contributo integrativo di 710 euro su base annua e abbiamo deciso di eliminare per cinque anni la contribuzione minima per aiutare i più deboli. Il collega che guadagna poco, versa in relazione a quello che ha incassato effettivamente, cioè in base a quanto gli paga il cliente. Come se fosse una partita di giro. Questi professionisti continueranno a beneficiare sempre e comunque della piena assistenza della Cassa, dalle maternità ai familiari con handicap. Abbiamo un sistema di welfare sia attivo che passivo che va molto bene. Ottomila avvocati, ad esempio, usufruiscono della polizza sanità. Oltre alle riduzioni, ai giovani colleghi diamo la banca dati giuridica gratuita, rimborsiamo stampante e prodotti tecnologici ma non il telefono cellulare, e abbiamo stanziato 64 milioni di euro per la polizza grandi rischi e gravi malattie”. Contributo minimo in sei rate bimestrali, anziché due semestrali.

Inarcassa, l’istituto di previdenza di ingegneri e architetti mette in campo meccanismi di flessibilità per modulare il pagamento dei contributi, le agevolazioni specifiche per gli iscritti ‘in regola’. La contribuzione di vantaggio per i giovani neo iscritti si realizza in minimi ridotti a un terzo e l’aliquota dell’importo soggettivo è dimezzata. Ci sono poi strumenti specifici per i versamenti tardivi, come le rateazioni del debito in 36 mesi con una consistente riduzione delle sanzioni fino al 70 per cento. Tutte opportunità di ritorno in bonis a costo contenuto per i professionisti intenzionati a ripianare gli obblighi contributivi. “Puntiamo a intercettare i bisogni emergenti dei nostri iscritti – dichiara il presidente di Inarcassa, Giuseppe Santoro – senza perdere di vista gli aspetti connessi all’equità tra diverse fasce di età. Per i giovani neo iscritti la contribuzione agevolata non penalizza il profilo pensionistico, attraverso la solidarietà di categoria. A questo si aggiunge l’opportunità per gli iscritti con basso reddito, al di là dell’età, di usufruire della deroga al versamento del contributo soggettivo minimo”.

Allenta la presa anche l’Enpam, la Cassa dei medici e dentisti, offrendo la possibilità ai suoi 362.391 iscritti di aderire alla proposta di rateizzazione dei contributi per i liberi professionisti ogni volta che lo ritengono opportuno. Se fino al 2013 i contributi dovevano essere pagati in un’unica soluzione al 31 ottobre, ora si può scegliere se proseguire con il pagamento singolo, oppure diluire in due o cinque rate fino al 30 giugno dell’anno successivo. “Abbiamo scelto di gestire internamente i versamenti contributivi, restando fuori sia da Equitalia sia dal sistema degli F24” spiega Alberto Oliveti, presidente di Enpam, “è un modello che funziona, perché da un lato ha concesso ai medici e ai dentisti la flessibilità necessaria per affrontare eventuali periodi di difficoltà dovuti alla crisi economica, dall’altro ci ha lasciato la libertà di concordare piani di rientro personalizzati. Una conferma arriva analizzando il dato sulla morosità che negli anni della crisi è addirittura sceso, passando dal 2 all’1,5 per cento”.

Ai biologi iscritti all’Enpab, che non esercitano l’attività professionale per un periodo superiore a sei mesi in un anno, l’ente guidato da Tiziana Stallone riconosce la facoltà di versare la contribuzione minima ridotta di un terzo. “Dobbiamo decidere: prestazioni adeguate o di pura sopravvivenza. Stiamo studiando per migliorare il sistema delle nostre prestazioni”. Damiano Torricelli, presidente dell’Enpap, la Cassa degli psicologi, fa il quadro a partire dal dato numerico: 60mila iscritti, di cui l’86 per cento è donna, con una crescita nel 2017 dell’8 per cento. “Di fatto il nostro intervento è consistito nel non apportare modifiche. Siamo fermi al contributo soggettivo del 10 per cento. Dal 2008 a oggi il reddito è sceso del 20 per cento per poi recuperare il 5 per cento; il punto più basso è stato toccato nel 2013. Dall’anno scorso abbiamo cominciato a sostenere una contribuzione volontaria aumentata, attenti alla psicologia comportamentale applicata alla previdenza. Cioè lo sforzo che comporta mettere via il denaro e affidarlo ad altri senza averne più il controllo. Stiamo intervenendo sulle morosità, e recuperiamo, abbiamo di default la possibilità di dilazionare fino a 150 giorni senza sanzione e con un interesse bassissimo, cosa che in questa fase storica facilita, e abbiamo liberalizzato la possibilità di versare di più fino al limite del 20 per cento. Siamo riusciti già a migliorare le prestazioni, riversando nei ‘salvadanai’ degli iscritti tutto quello che riusciamo a far rendere con gli investimenti, il 3 per cento della rivalutazione, pur versando una quota cospicua a riserva”.

Patrizia Capua

Fonte: Affari&Finanza – Repubblica