Impianti dentali a rischio: aumentano i casi di malattia fino al 2025

Secondo l’esperto la parodontite sarà invece stabile

Come i denti, anche gli impianti si ammalano e ci si aspetta da qui al 2025 un aumento importante di malattia degli impianti (perimplantite) in Europa. Mentre la parodontite sembra destinata a rimanere stabile nel numero complessivo di casi. Lo spiega all’ANSA Filippo Graziani, Professore dell’Università di Pisa e Presidente eletto della Federazione Europea di Parodontologia. Graziani è autore di un recente lavoro previsionale pubblicato sul Journal of Clinical Periodontology proprio per stimare l’andamento dei casi di parodontite e perimplantite in Europa nei prossimi anni.

La parodontite in forma grave interessa ben 743 milioni di persone nel mondo e rappresenta la sesta malattia cronica più frequente a livello globale; ma i casi in forma lieve e moderata sono molti di più e spesso non diagnosticati, sottolinea Graziani. Nella ricerca “abbiamo utilizzato il metodo Delphi, un metodo d’indagine iterativo che si svolge attraverso più fasi di formulazione e valutazione delle opinioni di un gruppo di esperti su un dato argomento e serve a far emergere una visione completa e condivisa sul tema di interesse”. Attraverso questo metodo la Federazione Europea di Parodontologia (EFP) ha cercato di sintetizzare l’opinione di 113 esperti europei su quelle che saranno le previsioni più probabili in ambito parodontale in un orizzonte temporale decennale (fino al 2025). È emerso che la diffusione, già molto alta, della parodontite nella popolazione subirà una stabilizzazione e che, invece, la diffusione delle patologie collegate agli impianti dentari crescerà in maniera rilevante, di pari passo con la diffusione dell’implantologia. Sebbene la prevalenza dei casi (il numero totale dei casi in un certo momento) sia destinata a rimanere stabile nel tempo, la parodontite, data la sua diffusione e la generale tendenza a sottostimare i casi, non va sottovalutata, sottolinea Graziani.

E’ importante chiedere al proprio dentista di effettuare un esame diagnostico, ad esempio il “PSR – Periodontal Screening and Recording” eseguito con la sonda parodontale per misurare la distanza tra gengiva e dente. Viene registrato un solo valore, compreso tra 0 (che indica una buona salute gengivale) e 4 (presenza di tasche parodontali superiori ai 5 mm di profondità), spiega Graziani in conclusione.  

Fonte: ansa