Mancato rispetto del diritto del paziente alla libera scelta del medico curante, evidente allorquando ad un aumento del numero degli assistiti non corrisponde un equivalente aumento degli erogatori del servizio
La recentissima nota diffusa da Previmedical sollecita, a mio parere, alcune considerazioni che sebbene siano già state trattate in articoli precedenti, meritano ulteriori approfondimenti. Vi si descrive da parte di Previmedical, con dovizia di numeri, la messe di opportunità che aderire ad un sistema di convenzionamento diretto rappresenterebbe sia per i pazienti che per i dentisti ma omettendone ovviamente gli aspetti più controversi.
Si cita direttamente quanto riportato nell’articolo comparso su Odontoiatria33: “L’azienda punta però il dito contro le “posizioni marcatamente corporative di alcune Associazioni di categoria degli Odontoiatri che osteggiano da sempre la diffusione della Sanità Integrativa ed, in particolare, delle Società di gestione di Network Odontoiatrici che sarebbero – a loro avviso – responsabili di una limitazione della libertà imprenditoriale dei Dentisti (in termini di fissazione dei prezzi e scelta dei materiali) e del dialogo diretto con il paziente”. Rivendicazioni che “non trovano tuttavia particolare seguito tra gli stessi Dentisti aderenti a tali Associazioni”.
Analizziamo un po’ di numeri (forniti dalla stessa Previmedical, quindi incontestabili):
Affiliazioni Studi Odontoiatrici* al Network odontoiatrico PMED | ||||
Annualità | 2017 | 2018 | 2019 | |
Convenzioni in essere | 4.826 | 6.004 | 6.435 | |
Nuove Affiliazioni | 1.285 | 460 | 18 | |
Recessi | 107 | 29 | 2 | |
Convenzioni Totali | 6.004 | 6.435 | 6451 | |
Assistiti con diritto di utilizzo del Network odontoiatrico PMED | ||||
Annualità | 2017 | 2018 | 2019 | |
Numero Teste | 639.702 | 2.123.762 | 3.347.911 | |
PMED Cure Odontoiatriche assicurate | ||||
Annualità | 2017 | 2018 | 2019 | Totale |
Numero prestazioni | 87.256 | 442.866 | 230.039 | 760.161 |
Ammontare fatturato | € 21.676.223,53 | € 59.426.603,05 | € 33.965.724,14 | € 115.068.550,72 |
Valore medio | € 248,42 | € 134,19 | € 147,65 | € 151,37 |
Quindi, analizzando il periodo 2017-2019: assistiti +523% , n° prestazioni erogate + 263%, ammontare fatturato + 156%, studi convenzionati +7%.
In altre parole, sono aumentati di più di 5 volte i beneficiari, e quindi i compensi incassati da Previmedical ma solo di 2 volte e mezzo il numero delle prestazioni a fronte di un valore del liquidato aumentato di 1,5 volte. Poi è sceso anche il valore medio liquidato: da €354,31 a € 72,33 (quasi 5 volte meno!) ma è aumentato di 1,8 volte il valore delle prestazioni non liquidabili ( da € 371,00 a € 686,86) e di nuovo si cita, “bloccate da PMED in quanto non liquidabili per carenze amministrative/mediche/gestionali.
“In base a questi numeri, forse allora risponde al vero quanto riportato da numerosi colleghi, attratti dalla possibilità di ottenere un maggior numero di pazienti aderendo alla convenzione: previmedical sostanzialmente non accetta nuovi convenzionati, e tende a saturare quelli che già ha.
Avvalorando quanto lamentato da Andi,
cioè che la richiesta di una percentuale su ogni prestazione erogata
dal medico, titolare quindi di un rapporto esclusivo,potrebbe essere
interpretata come vessatoria.Contemporaneamente però gli riconosce
compensi inferiori, e tende a non riconoscere legittimità di rimborso
alle prestazioni più costose. ( Con quali motivazioni? Sarebbe
interessante capire cosa significa la voce ” mediche”, ma questo aspetto
è già stato trattato in un precedente articolo apparso sul suo
giornale).
Da osservatore neutrale (non aspiro a convenzioni ),
ma storicamente interessato allo studio di tali dinamiche mi sembra di
poter affermare che si vuole però spostare l’attenzione su qualcosa che
in questi numeri non compare, se non tra le righe: il mancato rispetto
del diritto del paziente alla libera scelta del medico curante, evidente
allorquando ad un aumento del numero degli assistiti non corrisponde
un equivalente aumento degli erogatori del servizio. Soprattutto se,
come riportato, “Ormai Previmedical conta complessivamente poco meno di 8 milioni di assistiti, che arrivano alla sua rete attraverso 75 Fondi sanitari Integrativi, 12 compagnie di assicurazione e oltre 80 Broker “.
Mi si perdoni una battuta : Chissà cosa potrebbe pensarne l’Antitrust, solitamente così attenta quando si creano meccanismi distorsivi della libera concorrenza.
Va poi evidenziato anche un altro aspetto, qui totalmente ignorato: i costi per la collettività. Il sistema prevede infatti che Previmedical stipuli accordi direttamente con le forze datoriali, che sono incentivate ad aderire perché se forniscono piani di assistenza integrativa ottengono sgravi fiscali e/o minori oneri salariali: ma sul criterio di scelta dell’ ente assicurante, o sul tipo di copertura ottenuta, il lavoratore non ha facoltà di intervento. Ma indirettamente contribuisce attraverso la fiscalità generale a finanziare il sistema, anche quando non gode di copertura integrativa.
Con costi poi tutt’altro che concorrenziali se, come riportato recentemente da GIMBE, il 40-50% dei premi versati non si traducono in servizi per gli iscritti perché erosi da costi amministrativi, fondo di garanzia (o oneri di ri-assicurazione) e da eventuali utili di compagnie assicurative.Facciamo un parallelo ardito, ma probabilmente calzante: il cittadino, attraverso la fiscalità generale, finanzia il MMG. Ma qualunque medico di medicina generale è convenzionato, offre sempre le stesse prestazioni, e se non piace può essere sostituito facilmente con un altro senza per questo rimetterci economicamente. E qualunque cittadino può, avendone bisogno,recarsi in qualunque Pronto Soccorso a sua scelta senza preoccuparsi di altro se non della propria patologia. Forse, in fin dei conti, sono soldi meglio spesi.
Giuseppe Renzo