Dentista sospeso lavora ugualmente, condannato a due mesi di reclusione. Guarnieri (CAO Cosenza): ‘’serve una mobilitazione di tutto il settore questo malcostume’’

A distanza di un mese dall’ultima sentenza di condanna emessa nei confronti di un dentista (G.A.), il Tribunale di Cosenza emette un’altra sentenza di condanna nei confronti del Dr. G. G..

Al medico è stata comminata la pena di mesi due di reclusione, pena sospesa e l’obbligo di risarcimento alla CAO dell’Ordine di Cosenza e ad una paziente che lo aveva segnalato e che si era anch’essa costituita parte lesa nel procedimento.“Aldilà della soddisfazione di vedere riconosciute dal Giudice le nostre segnalazioni, resta l’amarezza di dover registrare che il fenomeno del prestanomismo e dell’abusivismo in ambito odontoiatrico è ancora molto diffuso”, commenta il presidente della CAO CosenzaGiuseppe Guarnieri (nella foto).

“Un malcostume –aggiunge- che, purtroppo, perdura nella nostra categoria e di cui non si riesce a venire a capo e su questo, forse, noi dirigenti dovremmo interrogarci e fare di più”.Il caso risale al 2014, quando i NAS, fecero “visita” allo studio del dott. G.G., trovandolo intento a lavorare, nel periodo in cui risultava sospeso dall’attività a seguito di una sanzione inflittagli dalla CAO dell’Ordine di Vibo Valentia. 

Sulla condanna interviene l’Avvocato Maria Maddalena Giungato, che ha tutelato le ragioni dell’Ordine, costituitosi parte civile, ottenendo una condanna al pagamento dei danni ed a rimborso delle spese legali.

“E’ un risultato importante perché il Tribunale penale, nel sanzionare l’odontoiatra che esercita durante il periodo ti sospensione dall’Albo, ha rimarcato la rilevanza del ruolo dell’Ordine e l’importanza dei provvedimenti sanzionatori che l’Ordine commina allorché sono commesse violazioni del codice deontologico”. In definitiva -fa notare l’avvocato Giungato- la sentenza, nel caso di specie, “nel condannare il professionista ai sensi dell’art. 348 c.p.p. per esercizio abusivo della professione, equipara la situazione di chi è sospeso dall’esercizio della professione a quella di chi è del tutto sfornito di titolo. Mi pare un dato da sottolineare perchè ribadisce la centralità dell’istituzione ordinisticae dei suoi poteri/doveri di controllo disciplinare”.

La questione deontologica

“Il caso del Dr. Giogà è emblematico, tant’è che attualmente risulta sospeso dall’attività per altri diciotto mesi a seguito di una nuova sanzione che la CAO di Vibo Valentia gli ha recentemente comminato”, sottolinea il presidente Guarnieri.“Questo comportamento –continua- appare arrogante e senza scrupoli, non rispettosi delle leggi; questi soggetti si comportano con una protervia ben lontana da etica e deontologia, aprono studi in altre province e, forti di una massiccia campagna pubblicitaria spesso ingannevole, con “prestazioni” a prezzi bassissimi, attraggono i pazienti che, ingenuamente, si affidano alle loro cure”. “Quello che mi amareggia è il dover registrare, oltre ai danni che subiscono i  pazienti, spesso irreparabili, il comportamento  di  giovani colleghi che si lasciano coinvolgere in certe attività:  rischiano  anch’essi di essere trascinati in procedimenti per  attività di prestanomismo”. 

Serve una azione comune di tutti i soggetti del settore

“Sostengo da tempo e sempre più di frequente l’idea, che sottoporrò all’attenzione del Presidente CAO Nazionale –anticipa Guarnieri- che è necessaria una presa di coscienza da cui scaturisca un maggior impegno da parte di tutti i soggetti che gravitano nell’odontoiatria per contrastare questo fenomeno; un patto, magari sotto l’ egida della CAO Nazionale,  tra le CAO, i sindacati, gli Organismi di controllo, gli odontotecnici, gli igienisti dentali e, perché no, le aziende e di depositi del settore che troppo spesso vengono meno a quanto disposto dall’art. 9 della legge 175/92 vendendo, in ragione del solo profitto,  materiali ed attrezzature a soggetti che non possono né acquistarli né detenerli; invitarli a firmare un protocollo d’intesa nel quale, tutte le componenti su citate, si impegnino a costituirsi parte civile nei procedimenti penali per esercizio abusivo e prestanomismo in ambito odontoiatrico. In questo modo sarebbero tutti più credibili e forse riusciremmo a scrivere la parola fine a questa piaga sociale. A quel punto, si potrà vedere chi è dotato di buona volontà e di spirito collaborativo firmando ed applicando il protocollo”.

Fonte: www.odontoiatria33.it