Piatto forte di molti programmi elettorali, le cure dentali sono spesso vittime della crisi. E chi ha problemi di denti e non vuole trascurarli è costretto a rivolgersi comunque al settore privato e pagare di tasca propria. Spesso senza rimborsi perché la maggioranza di assicurazioni e fondi integrativi non coprono questo tipo di assistenza. Il dato lo ha fornito l’Istat in occasione del rapporto sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’UE.
Odontoiatria pubblica: molti ne parlano (specie in campagna elettorale, dalle dentiere gratis del primo Governo Berlusconi in poi), ma nessuno la tocca.
Il dato c’è e lo ha fornito l’Istat a fine ottobre 2017 in occasione del rapporto sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea, dove un capitolo delle tabelle pubblicate sulle prestazioni è dedicato alle cure di dentisti, ortodonzisti e igienisti dentali.
Col primo risultato che salta subito agli occhi che nella fascia oltre 15 anni di età si sono rivolti a una struttura pubblica l’11,7% degli individui, a una struttura privata convenzionata o a un libero professionista l’86,9% e 80% ha pagato di tasca propria e senza rimborsi di alcun tipo.
Nela fascia over 65 – quella che secondo molti sarebbe la più bisognosa, tanto che le “dentiere gratis” erano promesse a loro – al pubblico si sono rivolti il 9,5% degli individui, ha provato convenzionati e liberi professionisti l’88,8% e l’81,6% ha pagato da sé senza alcun tipo di rimborso.
Gli interventi più richiesti riguardano nella fascia di età dai 15 anni in su, ma anche in quella degli over 65 riguardano le visite di controllo (rispettivamente 79,9 e 68,6%), seguite nella fascia oltre 15 anni dalle ricostruttive dentali (36,5%; si tratta di devitalizzazione o cura canalare, otturazione delle carie, pulizia dei denti), mentre tra gli over 65 sono le cure parodontali.
Infine poche le dentiere (apparecchi correttivi: dentiera/protesi mobile, ponti, corone, capsule o impianti): l’Istat, data l’esiguità dei numeri, ne parla solo per area geografica. E così da 15 anni in su il valore è del 5%, mentre negli over 65 del 2,7 per cento. E le aree dove vanno per la maggiore sono comunque quelle più densamente popolate e nel Sud.