Cresce la spesa privata per salute, meno del 10% dall’integrativa

Negli altri paesi la sanità integrativa è oltre il 40%

Gli italiani pagano di tasca propria circa un quarto delle spese totali per la salute, e della spesa privata meno del 10% è intermediata. I numeri, elaborati dalla European House-Ambrosetti sono stati presentati a Roma nel corso di un incontro organizzato da UniSalute, società che gestisce 43 Fondi Sanitari integrativi di categoria.  La spesa sanitaria totale registrata in Italia nel 2017 è stata pari a 152,8 miliardi di euro e di questi il 74% è rappresentato dalla spesa pubblica. Ben il 91% della spesa privata (36 miliardi di euro) è stata out of pocket, ovvero sostenuta interamente di tasca propria dai cittadini, mentre solo per il rimanente 9% si è trattato di spesa intermediata. Un dato significativo, hanno sottolineato gli esperti all’evento, che conferma lo spostamento del finanziamento sempre più a carico dei cittadini e fa notare come la sottoscrizione di forme di sanità integrativa rimanga un fenomeno ancora limitato rispetto ad altri paesi europei: in Irlanda, Francia e Paesi Bassi la componente intermediata raggiunge un’incidenza superiore al 40%.

“Siamo convinti che la sanità integrativa dovrà mantenere e ampliare il ruolo di primo piano grazie all’importante attività svolta ad oggi dai Fondi Sanitari di categoria che hanno consentito di intercettare parte della spesa diretta in sanità per oltre 5,8 milioni di assistiti – ha commentato l’Amministratore Delegato di UniSalute, Fiammetta Fabris, che a chiusura dell’evento ha evidenziato come, in questi anni, i Fondi Sanitari di categoria da CCNL abbiano assicurato prestazioni per un valore di circa 2 miliardi di euro, confermando il ruolo di secondo pilastro della sanità -. E’ necessario ora iniziare delle riflessioni anche interne al sistema. Siamo alla vigilia di una stagione importante, con obiettivi precisi: il mantenimento degli investimenti pubblici nel settore, la razionalizzazione della spesa, un maggiore spazio da dedicare su questo fronte nella contrattazione nazionale”. 

Fonte: DottNet.it

“Negli anni si è assistito a una proliferazione indiscriminata di nuovi fondi, ma anche all’emergere di problemi probabilmente non previsti dal legislatore quando, in presenza di risorse pubbliche decrescenti, si diede avvio al sistema dell’assistenza sanitaria integrativa. I fondi attualmente sono destinati solo ad alcune tipologie di lavoratori, sono in mano sostanzialmente ad assicurazioni e terzi paganti, e inoltre buona parte delle risorse raccolte (secondo alcune fonti, oltre il 30%) va a coprire le spese del sistema e non viene riversato in assistenza, o crea di fatto situazioni distorsive che danneggiano sia gli erogatori di prestazioni che i pazienti. Infatti anche la politica ha deciso di occuparsene, istituendo un’ apposita Commissione alla Camera con l’intento di riorganizzare il settore.”
Gian Paolo Damilano