Esistono due diverse tipologie di test, quelli virali e quelli immunologici
Quanti e quali sono i test per identificare la presenza del virus Sars-CoV2, come funzionano e quali sono le differenze: La Fnomceo (Federazione degli Ordini dei medici) risponde a queste domande sul suo portare nella rubrica “Dottore, ma è vero che.. Prima di tutto bisogna sapere che esistono due diverse tipologie di test, quelli virali e quelli immunologici.
Per test virali si intendono i tamponi naso-faringei o oro-faringei che permettono di diagnosticare la presenza o l’assenza del virus e la carica virale. I test immunologici, invece, grazie a un prelievo di sangue, misurano la risposta immunitaria dell’organismo al virus e verificano la presenza di anticorpi. Queste due tipologie di test hanno quindi una differenza fondamentale: i test virali mostrano se l’infezione è in atto, mentre i test immunologici indicano un’esposizione già avvenuta a SARS-CoV-2 e quindi non servono a diagnosticare Covid-19.
Come funziona il classico tampone Quello che comunemente viene chiamato tampone è il test molecolare.Viene fatto sul materiale biologico prelevato dalle mucose del naso e della gola con un bastoncino con del cotone a un’estremità. Se nel campione prelevato fosse presente il materiale genetico del virus, il test risulterebbe positivo; in caso contrario, sarebbe negativo. Il test molecolare, con una sensibilità tra il 60% e il 90%, è il più efficace e attendibile per rilevare il virus durante la fase attiva dell’infezione, anche in assenza di sintomi. Il termine “sensibilità” indica la capacità del test di identificare correttamente le persone malate. Per quanto riguarda i tempi di attesa, invece, si dovrebbe ricevere la risposta tra le 24 e le 48 ore.
I test rapidi A differenza dei test molecolari, i test antigenici rapidi rilevano la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (RNA) ma tramite le sue proteine (antigeni). Il materiale biologico prelevato dalla gola o dal naso con un bastoncino viene prima miscelato in un reagente e poi posto su una striscia di carta che tramite una reazione biochimica mostrerà con un segnale fluorescente o colorato la presenza o meno degli antigeni di SARS-CoV-2. L’affidabilità, però, non è ancora paragonabile a quella dei test molecolari e la positività in alcuni contesti può richiedere la conferma del test molecolare. Quest’ultimo, infatti, è in grado di rilevare una singola molecola di RNA virale in un microlitro di soluzione, mentre il test antigenico richiede che un campione contenga migliaia, se non addirittura decine di migliaia, di particelle virali per microlitro per riuscire a rilevare l’antigene del virus. Quindi, se la carica virale fosse bassa il test potrebbe erroneamente risultare negativo. Si è visto che la sensibilità di questi test è elevata in campioni raccolti alla comparsa dei primi sintomi e che superata la prima settimana si riduce notevolmente.
I test sierologici I test sierologici sono degli esami del sangue che servono per capire se una persona, anche senza saperlo, ha già contratto Covid-19 in tempi più o meno recenti. I test rintracciano nel sangue la presenza di immunoglobuline M (IgM) e immunoglobuline G (IgG) specifiche contro il virus SARS-CoV-2. I test immunologici non servono a diagnosticare la malattia in atto. Poiché la presenza degli anticorpi indica solo che la persona è stata infettata ma non se è guarita e non più contagiosa, per confermare o escludere la contagiosità è necessario eseguire il tampone.
Test salivari Recentemente sono stati proposti sul mercato dei test per Covid-19 più semplici e meno invasivi, che utilizzano la saliva come campione da analizzare. Anche per i test salivari esistono sia test di tipo molecolare – che rilevano quindi la presenza nel campione dell’RNA del virus – sia di tipo antigenico – che rilevano nel campione le proteine virali. Ancora, però, sono in fase di valutazione.
Fonte: dottnet.it