Ddl Lorenzin è legge: stroncherà l’abusivismo?

Modificato il codice penale: agli abusivi confisca dei beni utilizzati per commettere il reato, reclusione fino a tre anni e  multa fino a 50mila euro. La legge apre anche al riconoscimento di nuove professioni sanitarie dopo quelle di osteopata e chiropratico.

Il Ddl Lorenzin, dopo il via libera definitivo al Senato del 22 dicembre, è legge. «La legge -sottolinea la ministra della Salute Beatrice Lorenzin– prevede nuove norme sulle sperimentazioni cliniche, sulla medicina di genere, pene più severe all’abusivismo sanitario e contro chi commette abusi nelle strutture sanitarie per anziani e disabili. E poi affrontiamo dopo 70 anni la riforma degli ordini professionali sanitari, riconoscendo anche nuove professioni come quelle dell’osteopata e del chiropratico. Nel provvedimento vengono istituiti anche nuovi ordini professionali per infermieri, ostetriche, tecnici sanitari di radiologia medica e professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della
prevenzione».

Nuove professioni sanitarie

Il Ddl riscrive la procedura per il riconoscimento di nuove professioni sanitarie, stabilendo un sistema potenzialmente aperto. Tale procedura, che passerà per il parere tecnico scientifico del Consiglio superiore di Sanità, richiederà l’accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome.

A tal fine, «le associazioni interessate inviano istanza motivata al ministero della Salute, che si pronuncia entro i successivi sei mesi». Nell’ambito di tale procedura, un percorso semplificato è fissato per gli osteopati e i chiro-pratici, la cui individuazione è già fissata dalla legge, mentre il percorso per il definitivo riconoscimento passa attraverso l’accordo in Conferenza che definirà l’ambito di attività, le funzioni, i criteri di valutazione dell’esperienza professionale nonché quelli per il riconoscimento dei titoli equipollenti connessi a tali professioni.

Esercizio abusivo delle professioni sanitarie

Ma la vera novità, quella che impatta più di tutte sul mondo del dentale, sono le norme di contrasto all’esercizio abusivo della professione. Il reato ora prevede un’aggravante quando riguarda una professione sanitaria e prevede in
tali ipotesi la confisca obbligatoria dei beni utilizzati per commettere il reato. Quando si tratta di beni immobili, si dispone il loro trasferimento al patrimonio del comune ove sono siti, per essere destinati a finalità sociali e assistenziali.
«Chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito
con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 10.000 a euro 50.000» recita il nuovo articolo 348 del codice penale, modificato dal Ddl Lorenzin.
La condanna comporta la pubblicazione della sentenza e, nel caso in cui il soggetto che ha commesso il reato eserciti regolarmente una professione o attività, la trasmissione della sentenza medesima al competente ordine, albo o registro ai fini dell’applicazione dell’interdizione da uno a tre anni dalla professione o attività regolarmente esercitata.
Inoltre «Si applica la pena della reclusione da uno a cinque anni e della multa da euro 15.000 a euro 75.000 nei confronti del professionista che ha determinato altri a commettere il reato di cui al primo comma ovvero ha diretto l’attività delle persone e che sono concorse nel reato medesimo».
Viene anche aggiunta nel codice penale (art. 61) una circostanza aggravante per i reati contro la persona commessi in danno di persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture sociosanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, ovvero presso strutture socioeducative.

Le reazioni della categoria

Esultano Andi e Cao. «Il Ddl Lorenzin è un provvedimento con le sue luci e le sue ombre -commenta il presidente Cao Giuseppe Renzo-. Da una riforma che doveva essere epocale ci si poteva aspettare un provvedimento più organico, che considerasse le ragioni di tutte le professioni in campo. Tuttavia, per quanto riguarda l’odontoiatria, non possiamo certo lamentare che le istanze portate dalla Cao nazionale siano rimaste inascoltate: molti saranno gli effetti positivi di questa legge sulla nostra professione. Innanzitutto l’inasprimento delle pene per i reati di esercizio abusivo della professione e, ancor di più, per il prestanomismo -sottolinea Renzo-. È una battaglia che la Cao nazionale porta avanti da sempre, è una battaglia che è diventata anche una guerra personale di Pippo Renzo. Una guerra che può aver dato fastidio, dentro e fuori la professione, ma che oggi ci vede vincitori: il reato di abusivismo sarà punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 10mila a 50mila euro.

Finalmente sarà prevista la confisca (sinora era solo un sequestro) dei materiali e delle attrezzature, la pubblicazione della sentenza e, per i prestanome, la trasmissione agli ordini per l’interdizione da uno a tre anni dalla professione».
Grande soddisfazione espressa dal presidente Andi Gianranco Prada:«Ormai quasi non ci speravo più. Si tratta davvero di un bel regalo di Natale per il nostro Paese, dove il fenomeno dell’abusivismo in abito odontoiatrico è ancora estremamente diffuso e comporta seri rischi e pericoli per la popolazione, oltre a una concorrenza sleale nei confronti dei professionisti abilitati. Sono giunto quasi al termine del mio mandato di presidente, ma questo storico risultato ripaga davvero l’impegno costante e l’azione concreta e quotidiana svolta per anni dall’esecutivo nazionale e dall’ufficio politico della nostra associazione.
Avrò modo di commentare ulteriormente anche gli altri contenuti della Legge Lorenzin, alcuni particolarmente rilevanti, anche per altri aspetti relativi all’esercizio della professione, ma per ora godiamoci questa giornata che passerà davvero alla storia per l’odontoiatria italiana».
Andrea Peren
Fonte: Italian Dental Journal01/01/2018