Ok di AIFA a uso odontoiatrico tossina botulinica per bruxismo e “gummy smile”. Soddisfazione del settore

“Non c’è nessun limite all’utilizzo da parte dell’Odontoiatra della Tossina Botulinica per trattare affezioni come bruxismo e “gummy smile” nel suo studio”. Lo afferma l’Agenzia del Farmaco con una nota del 7 febbraio in risposta alla richiesta delle società scientifiche SIMEO e POIESIS, avanzata con le associazioni ANDI, AIO, ADI, e supportata da una corposa documentazione scientifica.

Secondo le associazioni richiedenti, la risposta è esauriente e chiarificatrice, e per certi versi “definitiva” dopo la nota dell’Agenzia che nel 2017 -arrivata su specifica richiesta di SIMEO,POIESIS, ANDI e AIO- autorizzava l’odontoiatra all’impiego della Tossina Botulinica, anche nel suo studio privato, per il trattamentodegli spasmi emi-facciali e delle distonie facciali associate.

SIMEO-POIESIS-ANDI-AIO-ADI-SUSO-SIOF-CAMIG che ribadiscono in modo unanime “che tutto quanto attiene alle terapie aventi finalità estetiche dei tessuti duri e molli dei mascellari è parte integrante della medicina odontoiatrica”.

La posizione è stata ribadita anche a fine gennaio a Roma da una significativa rappresentanza di associazioni e sindacati del mondo odontoiatrico durante una tavola rotonda organizzata al Congresso SIMEO “Viso e Sorriso, sinergie professionali” , moderata dal Presidente SIMEO professor Antonio Guida, presenti prof. Marco Scarpelli (odontologo forense inrappresentanzadi ANDI), dott. Ezio Costa (past president POIESIS), dott. Pietro di Michele (presidente SUSO e past president SIOF), avv. Laila Perciballi (Movimento Consumatori Roma Capitale), prof Antonio Scarano (Universitá di Chieti), dott.ssa Milvia Di Gioia (presidente di POIESIS), dott. Giovanni Migliano (presidente AIO prov. Roma, in rappresentanza di AIO nazionale), dott.ssa Paola Manelli (presidente CAMIG).

Dalla tavola rotonda, infomrano gli organizzatori, è stato ricordato come “secondo la legge 409/85, l’odontoiatra è il medico deputatoalladiagnosi ed alla terapia delle malattie ed anomalie congenite ed acquisite dei denti, della bocca, delle mascelle e dei relativi tessuti, e la natura medica della sua attività diagnostico-terapeutica è stata confermata, ancora nel 2014, in una nota della Commissione Albo Odontoiatri della Federazione degli Ordini dei Medici chirurghi e Odontoiatri secondo cui il laureato in odontoiatria può senz’altro definirsi Medico Odontoiatra”.

Tale posizione, ricordano gli organizzatori, “è stata recepita anche dalle compagnie di assicurazione, nelle convenzioni riservate dalle Associazioni agli associati, che già prevedono la copertura per l’effettuazione di terapie estetiche non chirurgiche sui tessuti molli del terzo medio e inferiore del viso”.

Su richiesta dei partecipanti alla tavola rotonda, il professor Antonio Scarano, promuoverà la richiesta alle Università di introdurre l’insegnamento dell’Estetica dei Tessuti molli periorali nel programma di studi del corso di laurea magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria. Una simile richiesta era già stata consegnata al Ministro dell’Istruzione, in precedenza, dalle associazioni SIMEO, POIESIS, ANDI, AIO, ADI e dal Movimento Consumatori.

Fonte: odontoiatria33.it